Scanno, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, lo sport e le tradizioni.

Pensare al PNALM (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) porta in maniera del tutto naturale la mente a immensi e sconfinati territori montani, abitati da decine, centinaia di specie animali, flora, in un’accezione molto wild, a volte anche troppo.

In realtà, Scanno, vera e propria perla d’Abruzzo non è propriamente all’interno dell’area del PNALM ma nella prima fascia protetta esterna. Per mettere davvero i piedi all’interno del parco, bisogna allontanarsi qualche chilometro dal centro abitato, convergendo sull’altopiano di Passo Godi che da Scanno dista poco più di 20 minuti di macchina.

Le porte nel parco, in realtà, si aprono alla fonte del Tasso, sorgente naturale di acqua cristallina. La prima sbarra utile è proprio pochi metri prima la sorgente, una delle prime mete raggiungibili con pochi sforzi e con attrezzatura basilare.

Da lì in poi si entra in una delle zone nelle quali è divisa la zonizzazione del Parco.

Infatti, il PNALM è diviso in 4 zone, prevalentemente:

  • dalla zona A, che è la zona più protetta, il cuore vero del parco, dove in alcuni consentito non è consentito neanche entrare oppure è possibile entrare solo camminando su sentieri segnalati. E’ detta zona di riserva integrale ed è bene informarsi correttamente prima di metterci piede. Spesso infatti, è pattugliata dai forestali che cercano di dissuadere comportamenti umani poco consoni sia per fauna che per la flora.
  • La zona B invece è la zona che circonda sostanzialmente la zona A ed è denominata: riserva generale orientata.
  • La zona C, denominata “area di protezione” è un’area nella quale sono permesse più attività. Una delle quali per esempio può essere la pesca, che è invece vietata nelle riserve integrali nelle quali non è permesso nessun tipo di azione che possa arrecare disturbo o modificazione a piante o ad animali.
  • La zona, o per meglio dire, le zone D, sono invece “aree di promozione economica e sociale”. Va da sé ovviamente che è in queste zone che si svolge la vita “normale” del parco, nelle quali vengono organizzate la maggior parte delle attività turistiche, eventi.
© Luca Del Monaco

Scanno, si trova all’esterno delle aree del parco, avendo una cospicua parte di montagne nelle quali è possibile svolgere diverse attività ricreative, culturali ed escursionistiche senza avere il rischio di imbattersi in divieti stagionali atti al preservamento del territorio.

La catena che dall’alto di Monte Rotondo verso la Terratta, oltre quota 2000 metri. Il Monte Genzana, maestosa montagna che divide la Valle del Sagittario alla vallata che ospita Sulmona, primo agglomerato di una certa importanza nelle vicinanze.

© Luca Del Monaco

La Valle del Sagittario, appunto, che inizia risalendo la spettacolare via di comunicazione stradale che da Anversa degli Abruzzi porta prima al Lago San Domenico, poi a Villalago e poi all’imponente Lago di Scanno, meta turistica di una certa importanza per tutto il periodo primaverile/estivo.

Un’altra grande ed interessante caratteristica del territorio scannese è la presenza, a diverse altitudini dei c.d. “stazzi”. Lo stazzo non era, ed in molti casi ancora lo è, un rifugio di montagna nel quale i pastori trascorrono il periodo che va da circa maggio fino alle prime nevi, quando a causa delle temperature rigide e all’arrivo della neve che non permette più la brucazione da parte degli animali (per la maggior parte pecore e capre), sono costretti e riportare verso valle per il periodo invernale.

© Luca Del Monaco

Questa vecchia usanza è ancora in atto in alcuni degli stazzi presenti sul territorio, utilizzati però nella maggior parte dei casi da pastori provenienti da province o regioni limitrofe. Unico supersiste tra i pastori scannesi, che ancora alla veneranda età di 70 anni prosegue la tradizione è: Isidoro, vero e proprio personaggio locale che continua a trascorrere mesi e mesi in solitudine nello stazzo “Ze mass” sotto il Monte Godi, a pochi passi dalla cosidetta “Pietra del Papa (Woityla)”.

Ma queste sono altre storie, degne di essere raccontate e narrate, tra leggende, detti, verità conosciute e verità mai venute veramente a galla.

condividi l’articolo con i tuoi amici